Potenziamento ed Interventi Mirati
​
Perché è importante intervenire e potenziare con i dovuti esercizi i soggetti che risultano a rischio? Da un punto di vista clinico, infatti, esiste un periodo sensibile chiamato “finestra evolutiva” (Stella, 2004) in cui l’attività di acquisizione ha massima efficacia (dai 5 agli 8 anni circa) e che in seguito tende a ridursi fino a scomparire del tutto. Ecco perché una buona ed efficace valutazione dei prerequisiti durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia ed un buon ed efficace potenziamento durante i primi anni della scuola primaria, là dove si presentino i presupposti di eventuali disturbi dell’apprendimento, possono consentire al bambino una migliore presa di coscienza della sua condizione di DSA e delle sue potenzialità insite, grazie anche al supporto e l’utilizzo degli giusti strumenti per lo sviluppo del proprio apprendimento. Ribadiamo che il quoziente intellettivo di un DSA è assolutamente nella norma e che esso possiede tanti punti di forza che è opportuno stimolare sin da subito, come ad esempio: la memorizzazione per immagini, l’attuare collegamenti non convenzionali, una ottima dose di creatività e capacità di produrre sempre nuove idee, l’abilità di risolvere problemi che richiedono soluzioni possibili.
Pertanto, quando un bambino manifesta difficoltà persistenti e sospette negli apprendimenti, in un periodo scolastico per cui non possiamo più parlare di semplici Difficoltà di apprendimento ma di ipotetici Disturbi che dovranno essere verificati, è indispensabile richiedere celermente una valutazione specialistica e nell'attesa che arrivi questa diagnosi (solitamente viene richiesta verso la fine della seconda classe primaria per l’area della letto-scrittura, fine terza primaria per l'area del calcolo), dunque che essa venga messa nero su bianco, è assoluto dovere da parte di scuola e famiglia che vengano presi i dovuti provvedimenti circa esercitazioni e potenziamenti mirati da far svolgere al bambino prima che sia troppo tardi.
Per quanto concerne il trattamento, l’AID (Associazione Italiana Dislessia), ha elaborato alcuni principi guida che ne garantiscono l’efficacia:
-
Precocità. Esiste una sola fase in cui è possibile intervenire con successo, in età successive potranno essere usate solo misure compensative.
-
Specificità. La rieducazione funzionale deve mirare all’attivazione dei processi specifici sottostanti le abilità di lettura, scrittura e calcolo.
-
Intensività. Si raccomanda la quotidianità dell’intervento, attraverso la collaborazione tra genitori, insegnanti e specialista.
Naturalmente ogni DSA, come ogni soggetto normodotato che apprende, è unico ed insostituibile dunque con un proprio percorso da seguire e maturare, con le proprie strategie da mettere in atto.