Conosciamo i DSA
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Molti si chiedono cosa siano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, da cosa dipendano, se esista una terapia che possa contenerli in modo definitivo, se una volta fatto un percorso esso possa essere risolutivo a vita. Ognuno di questi interrogativi ha una sua risposta e la giusta chiave di lettura per acquisire la consapevolezza che, essere un DSA (acronimo di Disturbo Specifico dell’Apprendimento) non è una malattia o una condizione patologica senza via d’uscita oppure “un’etichetta” affibbiata tra i banchi di scuola che condanna ad una condizione di stupidi o svogliati senza speranze. Essere un DSA è una condizione che non viene né scelta dal soggetto né dalla famiglia di appartenenza che vive dietro le quinte i disagi del proprio figlio, la quale in realtà può e deve assolutamente supportarlo nel modo giusto e imparare in primis a rispettarne i tempi e le qualità possedute. Sì, perché questi soggetti intelligenti come tanti altri loro coetanei, hanno qualità e potenzialità specifiche che se vissute con la giusta coscienza e padronanza, potranno consentire loro di riuscire a stare al mondo “con e insieme” agli altri senza sentirsi continuamente inadeguati.
I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica; sono coinvolte in tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura e far di conto. Sulla base dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia (scrittura), discalculia (calcolo).
Alcune ricerche hanno evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace.
Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo nei primi segmenti dell’istruzione - scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento, ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo.
La definizione operativa DSA possiamo desumerla dalla Consensus Conference (Conferenza di Consenso) del 2007; la Conferenza viene definita “di consenso” in quanto individuò ciascun punto su cui i professionisti partecipanti si trovarono concordi. Pertanto, il documento redatto nel 2007 costituisce in Italia la base essenziale per comprendere le attuali conoscenze scientifiche in ordine ai Disturbi Specifici di Apprendimento, che non possono essere individuati tramite uno specifico marcatore fisico. La legge n° 170 dell’8 Ottobre 2010 al punto n°1 riconosce «la Dislessia, la Disgrafia, la Disortografia e la Discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana»; le stesse Linee guida emanate dal M.I.U.R di cui al Decreto n. 5669 del 12 Luglio 2011, indicano in modo dettagliato gli ambiti di osservazione per il riconoscimento degli indicatori utili per la rilevazione del rischio e riportano diversi strumenti didattici da tener presente per agire sulle difficoltà di apprendimento.